BASILEA
2: COS'E' E COSA CAMBIERÀ PER LE IMPRESE |
LE BANCHE DARANNO UNA VALUTAZIONE A CIASCUNA AZIENDA...
Cos'è Basilea 2 |
"Basilea 2" è il nuovo accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche. In base ad esso le banche dei paesi aderenti dovranno accantonare quote di capitale proporzionali al rischio derivante dai vari rapporti di credito assunti, valutato attraverso lo strumento del rating. |
I Soggetti interessati |
Gli Accordi di Basilea sui requisiti patrimoniali delle banche sono il frutto del lavoro del Comitato di Basilea, istituito dai governatori delle Banche centrali dei dieci paesi più industrializzati (G10) alla fine del 1974. I membri attuali del Comitato provengono da Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Il Comitato opera in seno alla BRI, Banca dei Regolamenti internazionali, con sede a Basilea, un'organizzazione internazionale che ha lo scopo di promuove la cooperazione fra le banche centrali ed altre agenzie equivalenti allo scopo di perseguire la stabilità monetaria e finanziaria. |
I tre punti principali di Basilea2 |
Il contenuto del Nuovo Accordo si articola su tre punti:
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Cosa cambia per le imprese |
Legare con maggiore aderenza il fabbisogno di capitale al rischio sottostante a un finanziamento o a un investimento implica inevitabilmente che il prezzo di quel finanziamento o di quell’investimento divengano maggiormente sensibili al rischio implicitamente contenuto. In seguito al recepimento delle nuove disposizioni regolamentare il legame fra rating interno e pricing si farà più solido, più strutturato e più trasparente. Ciò potrà indurre un effetto di carattere restrittivo nei confronti delle imprese, in particolare le PMI, in quanto i prenditori di minore qualità creditizia (tipicamente le piccole e medie imprese) vedrebbero peggiorare le condizioni loro praticate con un effetto di compressione della loro capacità di indebitamento e di revisione delle opportunità di indebitamento. In pratica, secondo una larga parte degli osservatori, le banche sarebbero indotte a ridurre il credito destinato alle PMI e ad aumentare al contempo i tassi d’interesse. Sul documento originario di Basilea 2 sono state formulate numerose critiche che hanno portato a modifiche che, pur non cancellando i dubbi, dovrebbero attenuare le conseguenze negative attese dall'applicazione dell'accordo. Quali sono queste conseguenze negative? Sono almeno tre:
Queste misure potranno ridurre, ma non eliminare l'impatto di Basilea 2 sulle PMI. |
Ma che cos'è il rating interno? |
Qui occorre osservare che il Comitato di Basilea 2 ha fornito soprattutto un quadro di riferimento, non regole dettagliate, quindi il metodo di calcolo del rating internamente alla Banca A potrà differire anche significativamente da quello adottato dalla Banca B. Ciò sia con riferimento agli elementi considerati che al peso attribuito a ciascuno di essi. I metodi IRB (Internal Rating Based) possono essere definiti un “insieme strutturato e documentabile di metodologie e processi organizzativi che permettono la classificazione su scala ordinale del merito di credito di un soggetto e che quindi consentono la ripartizione di tutta la clientela in classi differenziate di rischiosità, a cui corrispondono cioè diverse probabilità di insolvenza”. Quindi le imprese saranno valutate, con riferimento alla rischiosità, cioè alla probabilità di insolvenza, sulla base di una scala ordinale di merito e attraverso l'utilizzo di metodologie e di processi organizzativi adatti (e approvati da Banca d'Italia, per inciso). |
Le imprese avrebbero in teoria tre anni per adeguarsi? Assolutamente NO! |
I gruppi bancari che ambiscono al riconoscimento più avanzato dell’Accordo (cd. Advanced Approach, che dovrebbe consentire i più rilevanti vantaggi sul piano regolamentare ed operativo, nonché i maggiori benefici patrimoniali) dovranno adottare il conteggio “parallelo” del nuovo e del vecchio Accordo a partire dalla fine del 2005; per fare ciò dovranno dimostrare di avere adottato l’uso interno dei modelli da almeno tre anni, secondo le indicazioni previste dall’Accordo stesso. Di fatto l’Accordo, per i Gruppi bancari che ambiscono alle versioni più sofisticate, entrerà in vigore nel corso del 2003, dovendo rispettare almeno tre anni di conformità operativa, strumentale, organizzativa per potersi qualificare per gli approcci più avanzati. La Banca d’Italia ha indicato di attendersi che tutti i gruppi bancari italiani con patrimonio consolidato superiore a €.3/mld. adottino gli approcci basati sui modelli interni. |